Mi piace il salto rapido di un buon racconto - Raymond Carver

domenica 12 ottobre 2014

, ,

Mirò e il cimitero di cavallette



La nostra nuova casa aveva un giardino, che era in realtà un corridoio d'erba tra l'ingresso e il marciapiede, troppo stretto perché dei bambini ci potessero correre e circondato da una rete metallica che lo divideva da quello dei vicini. Un pomeriggio, tornando da scuola, trovai Mirò accovacciata nel centro del giardino, con le unghie piene di terra. «Mirò, le chiesi, cosa fai?» 
E lei non rispose, ma scostando una foglia mi mostrò una buca nel terreno, in cui aveva sepolto una 
cavalletta. «Dorme.» 
«No, Mirò, non dorme: è morta.» 
«Morta?» 
Le spiegai la morte disegnando un albero su un foglio di carta, con un carboncino. «Vedi, la morte sono queste linee nere che delimitano la vita. Senza la morte, la vita si estenderebbe in tutte le direzioni e non sarebbe più un disegno.» 
Da quel giorno in avanti, il giardino si era riempito di piccoli cumuli di terra, le decine e decine di tombe dei piccoli animali di Mirò. Questa è l’immagine più nitida che mi rimane di Mirò da bambina: una graziosa imperatrice, dai capelli lisci coronati da un cerchietto azzurro, seduta in mezzo al suo cimitero di cavallette, che mi indica una per volta tutte le tombe e ne ricorda a memoria i nomi. Fino a che non smise di seppellire animali, evitai di invitare i miei amici a casa: senza comprenderla, avrebbero pensato che Mirò fosse semplicemente pazza. 

0 commenti:

Posta un commento

Leave a comment